Don Antonio Mazzi

Don Antonio Mazzi

Per la tappa di Reggio Calabria, Luca Abete ha scelto come ospite don Antonio Mazzi che, a dispetto delle sue 93 primavere, continua a vivere la sua esperienza per gli altri con lo spirito di un ragazzino.

“La sua vita è una straordinaria immagine di serendipità e resilienza – racconta Luca Abete -. Voleva fare il musicista e si è ritrovato ad indossare l’abito talare. Ha dedicato la sua vita al recupero dei giovani nonostante un coltello puntato alla gola e tanti ostacoli lungo il suo percorso. Non si è mai arreso. E ha cancellato la paura dal suo vocabolario”. 

“Evidentemente il Padreterno mi vuole particolarmente bene, ma soprattutto me ne vuole don Bosco, che nel suo giorno mi ha fatto trovare una struttura per gli adolescenti”.

Ha scelto la platea degli studenti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, protagonisti della seconda tappa del tour motivazionale #NonCiFermaNessuno, ideato e condotto da Luca Abete, storico inviato di Striscia la Notizia, don Antonio Mazzi per annunciare l’avvio di una nuova esperienza con e per i giovani: un punto di ritrovo dove accogliere, far ritrovare e dare opportunità.

Il nuovo sogno di don Mazzi si chiama “Casa dell’Adolescente”. 

“Nessuno ci credeva, mi hanno dato in uso una piccola meraviglia. Con la pandemia è emersa tutta la fragilità dei giovani. Ecco perchè ho pensato di dedicarmi a loro. Ora, ho trovato una struttura con campi, palestra, sale dove poter assistere e fare attività con i ragazzi. A 93 anni sta cominciando un sogno e sono felicissimo”.

Il sacerdote ricorda la sua gioventù.

“Da ragazzo volevo frequentare il Conservatorio, mi piaceva la musica. L’alluvione del Polesine del 1951 mi ha fatto dimenticare tutto. Quando ho visto 300 bambini rimasti senza papà e mamma mi son detto: ma che Conservatorio, io faccio il prete.

Sono andato dal vescovo a dirgli che volevo fare il prete. Mi ha detto: prima convertiti, poi farai il prete. Mi devo ancora convertire”.

Invita ad acquisire consapevolezza di se stessi, don Mazzi. E ad affrontare le sfide della quotidianità senza paura.

“Quando si affronta una sfida bisogna farlo senza paura. In campo si può vincere o perdere. Non mi piace usare il termine sconfitta, che dà l’idea di un qualcosa di definitivo, di distruzione”

Ed a proposito di paura, don Mazzi ha raccontato quando, per la prima volta, ha davvero avuto paura.

“Avevo appena iniziato a ripulire il Parco Lambro. Una sera mi sentii puntare un  coltello alla gola. Ero ingenuo, volevo salvare il mondo. Quella sera non riuscii a dormire. Ero spaventato, volevo andar via da Milano. Non riuscivo nemmeno a pregare. Il giorno dopo ne parlai nell’omelia. Io volevo fare il prete non il martire. Al termine della messa mi si avvicinò una suorina, piccola e zoppa, che si era molto legata a me in quei mesi. Mi disse: ma davvero vuoi andar via? In quel momento mi sono sentito una M… E’ stata lei a tenermi a Milano. Anche a 93 anni con lo stesso entusiasmo di quando ne avevo 49. Da allora sono stato minacciato più volte. Ma non ho più avuto paura. Ecco perché ritengo che la parola paura vada usata poco: essere fragile, dubitare, avere fifa sono espressioni da preferire. Dire: ho fifa banalizza il concetto di paura e rende più sereni.”

Rispondendo agli studenti dell’Università Mediterranea, don Mazzi ricorda come siano proprio i più giovani, i ragazzi a tenerlo attivo, anche a 93 anni.

“C’è un tempo in cui i padri salvano i figli e tempi in cui i figli salvano i padri” ricorda.

Il sacerdote invita tutti i giovani a riscoprire la forza che ciascuno ha dentro di sè.

Dentro avete il mondo in tutti i sensi. Il mondo dell’amore, del coraggio, della speranza, del desiderio. Basta che ogni tanto vi guardiate dentro. Un quarto d’ora al giorno fermatevi, chiudete gli occhi, svuotate la testa e lasciate che a parlare sia ciò che avete dentro.”

L’intervento di Don Antonio Mazzi al Reggio Calabria Talk del 31 marzo 2022

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Umberto si è sentito “in ritardo” mille volte.
Tra aspettative, pressioni e paragoni, pensava di dover correre per raggiungere gli altri.

Non ha mollato. Ha seguito il suo ritmo, il suo passo e così, con il tempo che gli somiglia, ha iniziato a raggiungere i suoi traguardi.

A te Umberto, auguriamo di arrivare ovunque tu voglia e a tutti voi ricordiamo che non è mai troppo tardi. ✨

#noncifermanessuno #motivazione #fuoritempo
a volte basta una parola per far sentire qualcunə meno solə. ✨💛

#noncifermanessuno #motivazione
E' stato un viaggio incredibile, 
già non vediamo l'ora di riabbracciarvi. ❤️

Grazie a tutti! 💯🔥

Guarda la versione integrale sul nostro canale YouTube (link nelle storie)

#noncifermanessuno #motivazione #tour
L’undicesima edizione del tour #noncifermanessuno è ufficialmente terminata…
MA non andate troppo lontano 👀💛

Continuate a seguirci per rivivere i momenti più belli.

✨ Domani alle 14 vi aspetta una sorpresa.

#Noncifermanessuno #motivazione #touruniversitario
Il messaggio di Giorgia è forte e chiaro: parlatene, sempre.
Con chi vi vuole bene, con i professionisti, con chi può davvero ascoltarvi.
Perché ciò che lei non riusciva a fare allora, oggi vuole ricordarlo a tuttə:
nessuno è solo. E si può risalire.

La sua storia parla di disturbi alimentari, depressione e di quel buio che, da adolescente, sembrava inghiottirla.
Le frasi sbagliate, l’incomprensione, il sentirsi “negli abissi”, senza forza per tornare su.
Ma Giorgia è qui, oggi, con una verità che può fare la differenza: chiedere aiuto non è debolezza. È il primo passo verso la luce.

💛 Grazie Giorgia per aver trasformato il dolore in coraggio.

#noncifermanessuno #motivazione #disturbodelcomportamentoalimentare #dca
Siate autentici: con i vostri difetti, i vostri pregi, le vostre imperfezioni.
È così che siete davvero bellissimə. ✨ 

Lo ha ricordato Luca Abete ai microfoni di Radio Cassino, Ciociaria Oggi, Lazio TV e Teleregione 74 in occasione dell’ultima tappa dell’undicesima edizione del tour #noncifermanessuno all’Università di Cassino e del Lazio meridionale.

#motivazione #cassino
La storia di Aurora ci ha emozionati e siamo ancora senza parole per tutte le sfide che ha dovuto affrontare :
un’operazione alla testa, l’endometriosi, la depressione nei giorni più bui…
e una scelta enorme decidere se congelare o no i suoi ovuli.

E mentre lo racconta, non cerca compassione.
Cerca verità perché sì, a volte si sente sola ma sa di non esserlo davvero.

Sua mamma e i suoi affetti sono lì, con quei “no” che la riportano a terra quando i pensieri fanno troppo rumore.

Aurora non è solo cicatrici:
è forza. È consapevolezza.
È coraggio che si sente, che si vede, che arriva.

E  alla tappa di Cassino, la sua voce non è stata solo una storia è stata un faro per chi sta combattendo la sua battaglia in silenzio.

💛 Complimenti Aurora, premiata dell’Università di Cassino, ultima tappa dell’undicesima edizione del tour #noncifermanessuno.

#motivazione #depressione
Prontə a rivedere i momenti top dell’ultima tappa? 🎬💛
Ecco il recap dell’undicesima edizione del tour #noncifermanessuno ✨
Versione integrale sul nostro canale YouTube!

#motivazione #tour2025
"Gli ostacoli non sono muri invalicabili".
La Rettrice Vicaria Giulia Orofino ai microfoni di #noncifermanessuno 

#cassino #motivazione
E a voi è piaciuta l’ultima tappa dell’undicesima edizione del tour? 

Restate connessi: stiamo per pubblicare i momenti migliori! 🚀💛

#noncifermanessuno #motivazione #cassino
e molti altrə.... eravamo tantissimə.
Tuttə carichə, tuttə presentə, tuttə bellissiməəəəəəə
perché con #noncifermanessuno, nessunə è solə. 🚀🔥✨

#cassino #motivazione

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